LA POSTINA
MISTERIOSA
Una Bella Postina si presenta
nella palazzina di Santa Marta e chiede di incontrare personalmente Papa
Bergoglio, perché ha qualcosa da consegnare esclusivamente a lui.
Non ha nessun ‘pass’, nessun
permesso, non si sa come sia entrata in Vaticano, ma è così affascinante e
graziosa che nessuno se la sente di dirle di no. L’accompagnano
all’appartamento papale e la lasciano che attenda qualcuno che le apra, dopo
aver bussato alla porta.
Bergoglio, in persona, si
affaccia sull’uscio con maniere brusche e faccia minacciosa, atteggiamento che
subito cambia, vedendo la Bella Fanciulla che gli sta dinanzi.
Lei è sorridente, eppure
seria, lui è serio e accenna un sorriso. Lei lo guarda, è chiaro che desidera
entrare, senza che lo dica, lui la osserva e, senza proferire parola, le indica
di accomodarsi.
Il Papa dà un paio di colpi di
mano e ordina a chi si trovi in casa di allontanarsi: uno dei segretari
fantasma (dicono che siano tre… li avete mai visti, almeno in fotografia? Nei
viaggi papali, di essi nemmeno l’ombra!), una donna delle pulizie, un ospite,
al quale accenna che continueranno dopo il loro colloquio, e lo stesso Demonio
(sempre presente di nascosto e a suo agio nella casa del Papa), che fugge
spontaneamente e rapidamente alla vista della Bella Signora.
Maria… ohps, mi è sfuggito il
nome della Postina, che volevo mantenere segreto ai lettori per cercare di
incuriosirli e far loro una sorpresa, Maria dunque apre la borsa di lavoro che
ha con Sé ed estrae, controllata con occhi sbarrati da Francesco, che segue
ogni Sua mossa e avverte un sentimento misto di piacere e di timore, Maria
estrae due buste, una gialla e l’altra rossa, le appoggia sul tavolo del
Pontefice, al quale dirige uno sguardo che parla: “Prendine una a scelta, e
dammela!”.
Francesco si schernisce e
manifesta che non ha voglia di farlo, alza le spalle, scuote la testa e accenna
una sonora risata, subito stroncata dai bellissimi occhi di Lei, che lo
‘trafiggono’ di nuovo e ‘parlano’: “Scegli subito!”.
Scrutando la Donna, il Sommo
avvicina la mano alla lettera gialla, preferendola a quella rossa, per una
reminiscenza non tanto nascosta: in Vaticano egli affida alle buste rosse i
casi più disperati di Ecclesiastici da giudicare e punire, mentre in quelle
gialle ci sono possibilità di un esito positivo. La prende, la consegna a Lei
che la apre, estrae il foglio che contiene, lo dispiega e lo da al Papa a
leggere.
Egli prende il foglio, lo
legge, lo rilegge, guarda la Postina, chiude gli occhi, si sente mancare il
respiro, sbianca in volto e fa in tempo a urlare che rientrino tutti dentro,
che chiamino un dottore, prima di abbattersi col suo faccione sulla lettera
sulla scrivania, con pauroso rumore.
Entrati che sono gli addetti
all’appartamento pontificio, e fra essi il Demonio, perché Lei non c’è più, è sparita,
portandosi via la borsa e l’altra busta, quella rossa, entrati dunque che sono,
permettono al medico personale del Pontefice di alzare un poco la testa del
Papa, ma al dottore non interessa tanto la salute di lui, quanto la lettera che
scorge sotto di lui.
Vorrebbe leggerla, dopo che
l’ha presa e ha appoggiato di nuovo il profilo della faccia di Francesco sul
legno del tavolo, ma interviene immediatamente il segretario di prima a
strappargliela di mano e si mette in un cantuccio a leggerla, difendendosi
dagli altri che vorrebbero fare lo stesso e gli sono addosso.
Fatto sta che tutti la leggono
e svengono uno dopo l’altro. Ce ne vorrà di tempo, prima che si risveglino e
tornino alla normalità. Essi non si ricorderanno più della lettera e di quello
che c’era scritto.
Il Papa invece la ricorda e la
tiene. Questa è custodita con i Documenti segreti (fra i quali la Lettera del
suo Superiore, il Generale dei Gesuiti Arrupe, attestante la non idoneità del
Religioso Bergoglio alla consacrazione episcopale), che porta sempre con sé,
nella borsa che carica personalmente o lascia che la regga un uomo della
sicurezza, strettamente al suo fianco perché lo possa controllare, non fidandosi di lasciarli in cassaforte o ai suoi
segretari di ‘sfiducia’.
Ma odo la vostra pressante
richiesta, cari miei lettori fin qui pazienti: “Ebbene, qual era dunque il
contenuto della lettera della busta gialla della Postina del Mistero?”. Vi
risponderò sinceramente: “Non lo so!”, e voi insisterete: “E in quella rossa
cosa c’era scritto?”. Risposta: “Lo stesso che nella gialla!”. Vostra replica:
“Come fai a saperlo se non lo sai?”. Conclusione: “Ammetto che non ho saputo o
voluto inserire il testo delle due lettere, che però mi invento sia identico,
ve lo assicuro per ‘diritti di autore’ (diciamo che è stato un trucchetto della
Madonna!). Quindi lascio pensarlo a voi, scrivetelo e mandatelo, a commento del
Racconto, che concludo con questa poesia:
“E va bene così sia ve lo
metto in poesia In poesia in dialetto
ciò che scrivo non l’ho detto
Non l’ho detto ma lo penso
sentimento molto intenso Molto intenso
preoccupante le ragioni sono tante
Sono tante dai Bergoglio che
salvare io ti voglio Io ti voglio
dall’errore pur se sono peccatore
Peccatore ma ti amo al Vangelo
ti richiamo Ti richiamo con Maria la
Postina Mamma mia
Mia Mamma e del Signore di Cui
sei Pescatore: Pescatore getta rete
Egli dice e troverete
Troverete in abbondanza pesce
fresco non c’è danza Non c’è danza non
c’è tango vera Fede me la tengo
Me la tengo bene stretta da
nessuno è costretta È costretta a
cambiare se non vuoi la cambiale
La cambiale ‘debitone’ quando
metti un mattone Un mattone su Dottrina
che non muta la mattina
La mattina e mezzogiorno anche
dici tu: buongiorno Tu buongiorno a
tutti quanti buona notte agli astanti
Agli astanti pervenuti che si
sono dispiaciuti Dispiaciuti di
ascoltare che non vuoi giudicare
Giudicare il fratello se per
sbaglio poverello Poverello s’innamora
della sua ‘bella mora’
Bella mora è un maschietto ci
passeggia nel boschetto Nel boschetto
Lupacchiotto va cercando molto ghiotto
Molto ghiotto Cappuccetto
anche a lei gliel’ho detto: Gliel’ho
detto: stai attenta il mio Dio non si tenta
Non si tenta Nevebianca lascia
perde’ che se stanca Che se stanca la
Fatina meglio detto la Postina
La Postina di Bergoglio mi
s’imbroglia pur l’imbroglio Pur l’imbroglio
si acuisce la poesia qui finisce
Qui finisce ho proposto che da
voi sia composto Sia composto dal
curioso quello scritto misterioso”.
Don Felice Prosperi
Morichella di San Ginesio 31 maggio 2018 Festa della Visitazione della Beata Vergine
Maria
Commenti
Posta un commento